Secondo gli italiani nonostante i musei italiani siano assolutamente ben fatti e potenzialmente interessanti, la mancanza di elementi essenziali li rende difficili da visitare e gustare appieno.
Lo rileva l’indagine sui servizi culturali pubblici presentata dal ministero dei Beni culturali che ha coinvolto circa 2500 visitatori che hanno espresso il loro giudizio su 36 istituti statali selezionati in base al numero annuale di visitatori.
Al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, per esempio, che registra 70.000 presenza l’anno, a fronte di un’ottima pulizia, accoglienza e cortesia, tutti gli 84 intervistati hanno lamentato la carenza di aree di sosta e la mancanza di traduzioni del materiale informativo e la gran parte ha denunciato l’eccessiva specificità dei pannelli didattici o la scarsità di illuminazione e di segnaletica interna.
All’archivio di Stato di Piacenza, sotto accusa è finito l’orario di apertura limitato: mezza giornata per tre volte.
E se quasi un visitatore su quattro ritiene del tutto insoddisfacente l’ampiezza delle informazioni e la disponibilità delle didascalie, va meglio per quanto riguarda l’apprezzamento per l’interesse e l’ampiezza delle esposizioni, premiato da oltre metà dei visitatori dei musei.
Ancora più in alto il giudizio sulla cortesia e la professionalità del personale degli archivi.