Il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo presenta ‘Una notte al museo’. Da sabato 27 luglio e per ogni ultimo sabato del mese, fino alla fine dell’anno, ci sarà l’apertura serale dalle 20:00 alle 24:00 di musei e aree archeologiche. Per i musei l’apertura sarà fino a dicembre mentre per le aree archeologiche fino a settembre.
Ampliare le possibilità di fruizione dei luoghi culturali italiani. L’obiettivo di questa iniziativa è volto ad ampliare le possibilità di fruizione dei luoghi culturali italiani, come afferma il ministro Massimo Bray: “Ho lavorato molto per questo progetto che avvicina i nostri musei agli standard europei e intende richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza di questi luoghi, quali riferimenti essenziali per la promozione dei territori e dunque significativi veicoli di sviluppo economico. I cittadini e i turisti avranno la possibilità, fuori dai consueti orari di visita, di ammirare il patrimonio culturale dell’Italia” (fonte: Mibac). Bray ha anche ringraziato i sindacati e il personale Mibac per il loro impegno.
Il sistema culturale italiano metafora della Pompei odierna. Le aperture oltre l’orario di visita saranno caratterizzate anche da eventi di contorno - musica, teatro, danza, letture – creati ad hoc per rendere la visita ancor più coinvolgente. D’altronde la situazione del sistema culturale e turistico italiano non è in buono stato. Le cifre della crisi parlano chiaro: il bilancio del MIBAC è di 1.546.779.172 euro, oltre 100 mln di euro in meno rispetto ad un anno fa, il 24% in meno rispetto al 2008 (2.037.446.020). Diminuiscono i fondi per gli interventi di urgenti di tutela di oltre il 58 per cento rispetto al 2008 così come diminuiscono le risorse per il programma ordinario di tutela del patrimonio, -52% rispetto al 2008, e -76% rispetto al 2004. E così a cascata perdono fondi anche il restauro, gli istituti culturali, il Fus, il funzionamento del ministero stesso e il blocco delle assunzioni del personale. Parlare di una vera e propria Pompei contemporanea è più che azzeccato, purtroppo.
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